Il campo magnetico terrestre è un campo vettoriale rappresentato da un vettore, funzione del punto di osservazione e del tempo, generalmente indicato con F.
Introducendo una terna cartesiana levogira con origine nel luogo di osservazione e assi orientati come in figura, si definiscono i seguenti elementi magnetici:
- X componente del vettore nel piano orizzontale, diretta verso il Nord geografico
- Y componente del vettore nel piano orizzontale, diretta verso l’Est geografico
- Z componente verticale, positiva se è diretta verso l’interno della Terra
- H componente orizzontale totale
- F intensità totale del campo
- D declinazione magnetica
- I inclinazione magnetica
L’unità di misura del campo magnetico terrestre per convenzione internazionale è abitualmente espressa in termini del vettore d’induzione. La sua unità nel Sistema Internazionale (SI) è il tesla (T), ma nella pratica viene usato un suo sottomultiplo, il nT (10-9 T). Sulla sperficie terrestre, il valore del campo varia in intensità, dall’equatore ai poli, da circa 20000 nT a 70000 nT.
Un modo comune di descrivere il campo magnetico terrestre è quello di riportare su delle mappe i valori che gli elementi magnetici hanno sulla superficie terrestre. Si ottengono in questo modo le carte isomagnetiche cioè mappe in cui punti di uguale intensità sono uniti attraverso delle linee chiuse. Il nome di queste carte varia ovviamente a seconda dell’elemento magnetico graficato, si parla di carte isocline nel caso in cui vengano riportati i valori dell’inclinazione I, di carte isodinamiche qualora sia graficata una qualunque componente intensiva (X, Y, Z, H, F) del campo ed infine di isogone nel caso della declinazione D.
Carta isodinamica dell’intensità totale (F) del campo magnetico terrestre (espressa in nT) relativa all’anno 2005.